Diamo un nome alle piante grasse
Le piante grasse
Le piante grasse solitamente sono chiamate con il nome latino, in accordo con la nomenclatura botanica binomia, il sistema internazionalmente riconosciuto con il quale vengono identificate le piante. Per un approfondimento ed un esempio vi rimandiamo alla nostra pagina sulla nomenclatura. talaltra sono chiamate con un nome popolare che si riferisce spesso alle caratteristiche della pianta e che varia da luogo a luogo. Qui vogliamo esaminare alcune semplicemente alcune piante, quelle che in questo momento ci interessavano, quasi come un gioco della nostra abilità nel riconoscerle.
Agave attenuata Salm-Dyck: che vedete nella foto sotto, è una pianta grassa che presenta foglie di colore verde o verde azzurro, morbide, con una sola spina terminale flessuosa, lunghe sino a 1 m. ll nome "attenuata" di questa specie di agave deriva dal termine latino che significa “debole” per l’aspetto "morbido" delle sue foglie rispetto alle altre specie di Agave. E' una specie di Agave che in alcune regioni d'Italia è anche nota con il termine Agave coda di volpe.
Hylocereus undatus (Haw.) Britton & Rose, di cui nella foto sotto vedete il fiore, certamente non vi dirà nulla, molto più noto forse se lo chiamiamo Pitaya rossa, ma forse non vi dirà ancora nulla. Invece tutti conoscono i suoi frutti. I suoi frutti sono commestibili e sono conosciuti come “Frutti del Drago” e hanno la scorza color rosso-violetto, ricoperta da lingue verdi allungate, e dalla polpa bianca con numerosi semi neri commestibili ed ha un tenue sapore di fragola.
Crassula, il cui nome è facile immaginare che derivi dal termine latino "crassus", "grasso" facendo evidente riferimento alla consistenza dei fusti e delle foglie.
Le piante del genere Mammillaria mutuano il nome dal termine latino "mammilla" che significa "mammella" a ricordare che le specie di questo genere sono caratterizzate dall'avere dei tubercoli sui quali si innestano le spine e che questi tubercoli talvolta sono anche molto in rilievo. Alcune di queste poi ad identificare il nome della specie aggiungono una caratteristica distintiva come ad esempio Mammillaria elongata DC. che presenta un fusto particolarmente allungato, almeno rispetto alle altre specie del genere; posseggono tubercoli, talvolta anche molto in rilievo.
Echinocactus, un genere di Cactaceae molto diffuso deve il suo nome al termine greco "echнnos/ἐχῖνος" "riccio" "porcospino" e "kaktos/κάκτος" "pianta spinosa" a significare la somiglianza di questa pianta ad un riccio, prendendone in esame l'aspetto globoso e la ricchezza di spine fitte, non troppo lunghe e di colore giallasto. La specie di questo genere più nota e diffusa è sicuramente Echinocactus grusonii Hildm. che deve il nome della specie a ricordare Hermann Jacques Gruson (1821-1895) un inventore ed imprenditore tedesco di origine francese che possedeva la più grande collezione di cactus in Europa e che alla sua morte donò questa vastissima collezione alla città di Magdeburgo. Ma questa specie di cactus è nota volgarmente come "cuscino della suocera" ed il senso di questo appare abbastanza evidente nel proprio significato.
Se il nome botanico Astrophytum deriva dal greco “astron” che significa “stella” e “phyton” che significa “pianta” è bene sapere che questo genere di piante Cactaceae è noto anche con nomi popolari più o meno noti. Le varie specie sono note con nomi comuni diversi ad esempio Astrophytum asterias (Zucc.) Lem. è noto nel mondo anglosassone con i nomi di "Star cactus" oppure di oppure di "Star Peyote" per la tipica forma a stella e la somiglianza con il più noto e misterioso peyote (Lophophora williamsii (Lem. ex Salm-Dyck) J.M. Coult.). Mentre Astrophytum myriostigma Lem. e comunemente noto come "Berretta del Vescovo" per la sua forma globosa e la forte somiglianza appunto con il copricapo dei vescovi. Mentre Astrophytum capricorne (A.Dietr.) Britton & Rose è noto anche come "corno di capra" per la caratteristica forma delle sue spine.