I parassiti e le malattie delle piante succulente
Coltivazione
Anche le piante grasse sono suscettibili di attacchi di parassiti e malattie. E' in ogni caso vero che piante ben coltivate ed in buone condizioni sono meno suscettibili di infestazioni.
Per quanto riguarda i parassiti i più comuni sono il ragnetto rosso, la cocciniglia, gli afidi.
Il ragnetto rosso (Tetranychus urticae) un piccolissimo acaro fitofago che trova le condizioni ideali di sviluppo in ambienti eccessivamente caldi e secchi. Può essere individuato osservando le minutissime tele che tesse e la perdita di colore delle foglie che se attaccate tendono prima ad ingiallire epoi a seccare. Il ragnetto rosso è dotato di un apparato per succhiare la linfa attaccando preferibilmente i tessuti più morbidi. In caso di attacchi occorre fare molta attenzione in conseguenza della straordinaria rapidità con la quale si riproduce. L'azione parassitaria del ragnetto rosso si manifesta con punteggiature e scolorimenti, che possono anche non essere limitati e diffusi su tutta la pianta, e possono conferire un aspetto "bronzato" a foglie e fusti e, nel caso di forti infestazioni, rallentare o bloccare la vegetazione. Le parti colpite possono inoltre andare incontro a suberificazioni e spaccature. L'elevato numero di generazioni annuali e l'accavallamento dei diversi stadi vitali, rendono la lotta a questo parassita abbastanza problematica. In caso di infestazione occorre effettuare un trattamento con un buon insetticida specifico che periodicamente dovrà essere cambiato in quanto è facile la formazione di ragnetti resistenti. I trattamenti devono poi essere rivolti sia agli insetti adulti sia alle uova. Occorrerà quindi intervenire miscelando un insetticida specifico con un ovicida avendo cura di irrorare bene tutta la pianta e se vi sono foglie anche la pagina inferiore delle stesse. Oggi esistono in commercio prodotti che riuniscono le due funzioni e cioè quella di acaricida, per distruggere i ragnetti, e quella di ovicida, per distruggere le moltissime uova che l'acaro depone. Tale possibilità rende la lotta molto più agevole in quanto trattando solo con l'acaricida si avrebbe il risultato di abbattere solo la popolazione adulta che, in considerazione del breve ciclo di sviluppo del parassita in pochi giorni si riformerebbe. Taluni suggeriscono per evitare l'uso di prodotti di sintesi che un deterrente per lo sviluppo del ragnetto può essere quello di nebulizzare, in caso di ambiente eccessivamente caldo e secco, le piante con acqua non calcarea. Tuttavia abbiamo visto che in caso di anche deboli infestazioni il metodo non fornisce risultati apprezzabili.
Per quanto riguarda i parassiti i più comuni sono il ragnetto rosso, la cocciniglia, gli afidi.
Il ragnetto rosso (Tetranychus urticae) un piccolissimo acaro fitofago che trova le condizioni ideali di sviluppo in ambienti eccessivamente caldi e secchi. Può essere individuato osservando le minutissime tele che tesse e la perdita di colore delle foglie che se attaccate tendono prima ad ingiallire epoi a seccare. Il ragnetto rosso è dotato di un apparato per succhiare la linfa attaccando preferibilmente i tessuti più morbidi. In caso di attacchi occorre fare molta attenzione in conseguenza della straordinaria rapidità con la quale si riproduce. L'azione parassitaria del ragnetto rosso si manifesta con punteggiature e scolorimenti, che possono anche non essere limitati e diffusi su tutta la pianta, e possono conferire un aspetto "bronzato" a foglie e fusti e, nel caso di forti infestazioni, rallentare o bloccare la vegetazione. Le parti colpite possono inoltre andare incontro a suberificazioni e spaccature. L'elevato numero di generazioni annuali e l'accavallamento dei diversi stadi vitali, rendono la lotta a questo parassita abbastanza problematica. In caso di infestazione occorre effettuare un trattamento con un buon insetticida specifico che periodicamente dovrà essere cambiato in quanto è facile la formazione di ragnetti resistenti. I trattamenti devono poi essere rivolti sia agli insetti adulti sia alle uova. Occorrerà quindi intervenire miscelando un insetticida specifico con un ovicida avendo cura di irrorare bene tutta la pianta e se vi sono foglie anche la pagina inferiore delle stesse. Oggi esistono in commercio prodotti che riuniscono le due funzioni e cioè quella di acaricida, per distruggere i ragnetti, e quella di ovicida, per distruggere le moltissime uova che l'acaro depone. Tale possibilità rende la lotta molto più agevole in quanto trattando solo con l'acaricida si avrebbe il risultato di abbattere solo la popolazione adulta che, in considerazione del breve ciclo di sviluppo del parassita in pochi giorni si riformerebbe. Taluni suggeriscono per evitare l'uso di prodotti di sintesi che un deterrente per lo sviluppo del ragnetto può essere quello di nebulizzare, in caso di ambiente eccessivamente caldo e secco, le piante con acqua non calcarea. Tuttavia abbiamo visto che in caso di anche deboli infestazioni il metodo non fornisce risultati apprezzabili.
Gli afidi sono invece degli insetti di colore verde, nero o giallo che troviamo in estate preferibilmente sui nuovi germogli delle piante con foglie (es. Adromischus). Molto più raramente troviamo gli afidi sulle cactaceae. Anche in questo caso occorrerà irrorare bene le piante con un buon insetticida sistemico.Fra gli altri parassiti delle piante grasse è bene combattere la cocciniglia. E' meglio parlare di cocciniglie in quanto se ne contano un centinaio di specie. In realtà è abbastanza facile riconoscerle in quanto di meno sono le specie che interessano le Cactaceae e le succulente. Le più comuni specie si possono riconoscere in quanto assomigliano a piccoli scudetti sulla pianta oppure a piccolissimi batuffoli di cotone. Le cocciniglie schiacciate fanno uscire un liquido giallo-rossastro. Occorre fare attenzione perché le cocciniglie si possono trovare anche fra le radici rendendosi di fatto invisibili all'occhio umano fino a quando le piante arrestano la crescita. In caso di travaso occorre pertanto fare attenzione alla loro presenza che è evidenziata dalla presenza a lato delle radici di chiazze cotonose biancastre come potete vedere dalla foto a lato. In caso di infestazione del terreno è opportuno cambiare il substrato e lavare completamente la pianta trattando anche le radici con un idoneo prodotto insetticida. Le cocciniglie che possono causare notevoli danni alle piante succulente quali la deformazione dei fusti, la proliferazione dei germogli, l'arresto della crescita e, in quanto emettendo la melata, una sostanza zuccherina, sono un veicolo primario per lo sviluppo di malattie crittogamiche. Essendo le cocciniglie ricoperte da uno strato ceroso così come le loro uova sono faticosamente attaccabili. Fra i sistemi di lotta si suggerisce la lotta meccanica rimuovendo con un bastoncino di cotone imbevuto in alcool denaturato gli insetti. In caso di infestazioni abbiamo utilizzato con successo Reldan™ 22 un insetticida a base di clorpirifos-metile, un organofosforico di largo impiego con una spiccata attività larvicida e dotato di un ottimo potere abbattente sia per il trattamento esterno delle piante sia per annaffiature preventive e curative del terreno.
Taluni suggeriscono, al fine di sciogliere lo strato ceroso che ricopre insetti ed uova, di addizionare il prodotto con alcool denaturato. Alcune specie di cocciniglia vengono utilizzate per la produzione di un colorante rosso. La fumaggine è una patologia delle piante causata dallo sviluppo di funghi saprofiti su substrati glucidici, prodotti dalla pianta stessa o causati dalla melata di insetti, presenti sulla superficie dei piante. E' una patologia, di solito non letale, ma alquanto antiestetica, che di solito non porta alla perdita della pianta. E' provocata da diverse specie di funghi, variabili a seconda della pianta colpita, che, nutrendosi della melata causano la formazione di una patina nera e appiccicosa. È una delle malattie in assoluto più frequenti e diffuse, anche se in genere non è letale. E' una patologia di non facile risoluzione per la quale è meglio utilizzare la prevenzione. Devono pertanto essere adottate delle pratiche colturali che favoriscano un ottimale arieggiamento dell'ambiente soprattutto nei periodi caratterizzati da forte umidità ambientale. Occorre inoltre evitare che si instaurino degli insetti parassiti (afidi, cocciniglia, psille, ecc.) e favorire un giusto equilibrio nutritivo evitando di eccedere con concimazioni ad alto tenore di azoto. Si suggerisce inoltre di procedere con irrorazioni di periodiche di fungicidi generici a base di sali di rame.
Altra patologia causata da funghi la rinveniamo in alcune cactaceae quali ad esempio il Mirtillocactus geometrizans. Sul fusto della pianta colonnare compaiono delle macchie clorotiche che possono evolvere, più o meno rapidamente, in marciumi molli scuri. Il marciume inoltre può approfondirsi nei tessuti parenchimatici determinando il disseccarsi di una parte o dell''intera pianta.
Altra patologia causata da funghi la rinveniamo in alcune cactaceae quali ad esempio il Mirtillocactus geometrizans. Sul fusto della pianta colonnare compaiono delle macchie clorotiche che possono evolvere, più o meno rapidamente, in marciumi molli scuri. Il marciume inoltre può approfondirsi nei tessuti parenchimatici determinando il disseccarsi di una parte o dell''intera pianta.
E' questa è l'elmintosporiosi, una malattia fungina causata dall'Helminthosporium cactivorum che prolifera in condizioni di alta umidità e di ristagno idrico. Altra patologia fungina è causata da varie specie di funghi (Ascochyta sp., Alternaria sp., Colletotrichum sp., Coniothyrium sp., Monosporium sp., Septoria sp., Sporotrichum sp.) che provocano delle maculature e che sviluppano sul fusto e sui rami delle macchie tondeggianti e scure. Il fungo provoca sui tessuti colpiti dei marciumi molli che li portano a raggrinzire e portano progressivamente al deperimento dell'intera pianta. Attorno alle macchie tondeggianti talvolta si possono osservare dei piccoli puntini neri che altro non sono che gli organi di diffusione del fungo. Anche in questo caso la malattia è favorita da condizioni di alta umidità e da scarsa ventilazione ambientale. Anche in questo caso occorre fare attenzione alle pratiche culturali ed effettuare periodici trattamenti a base di prodotti fungicidi generici soprattutto alla fine della stagione vegetativa quando si preparano le piante per il riposo e quando si apprestano magari a passare la stagione invernale in condizioni di basse temperature e più elevata umidità.
Una patologia che attacca le piante succulente sono i marciumi del colletto che interessano le piante nella loro parte basale, in genere nel punto di inserzione del fusto o delle ramificazioni sull'apparato radicale. A livello del substrato di cultura si forma un marciume da rossastro a bruno che poco per volta colpisce l'intero colletto e le radici appena sottostanti. A favorire questa patologia sono condizioni ambientali caldo-umide causate da diversi funghi fra i quali segnaliamo quelli appartenenti ai generi: Phytophtora, Rhizoctonia, Sclerotinia, Thielaviopsis e Pythium. In particolare Pythium debaryanum, conosciuto come marciume delle piantine dei semenzai, attacca al colletto le giovani piante nella loro prima fase di sviluppo e distrugge interi semenzai in pochi giorni. La prima cosa da fare per combattere i marciumi é comunque utilizzare al rinvaso un substrato di cultura nuovo cambiando nel contempo anche vasi e contenitori che una volta tolti dalle piante, prima di essere riutilizzati devono essere accuratamente lavati ed igienizzati. La seconda precauzione è quella di una corretta annaffiatura che eviti ristagni a livello del colletto. Per evitare ristagni si può contornare il colletto con materiali inerti, quali pomice, lapillo, granito, ecc... Se nonostante queste precauzioni si dovesse verificare comunque un attacco fungino, occorre utilizzare gli appositi fungicidi che si trovano in commercio nebulizzando i prodotti vanno nebulizzati sul colletto. E'opportuno fare prima dell'inverno ed a primavera, un trattamento preventivo.
Una patologia che attacca le piante succulente sono i marciumi del colletto che interessano le piante nella loro parte basale, in genere nel punto di inserzione del fusto o delle ramificazioni sull'apparato radicale. A livello del substrato di cultura si forma un marciume da rossastro a bruno che poco per volta colpisce l'intero colletto e le radici appena sottostanti. A favorire questa patologia sono condizioni ambientali caldo-umide causate da diversi funghi fra i quali segnaliamo quelli appartenenti ai generi: Phytophtora, Rhizoctonia, Sclerotinia, Thielaviopsis e Pythium. In particolare Pythium debaryanum, conosciuto come marciume delle piantine dei semenzai, attacca al colletto le giovani piante nella loro prima fase di sviluppo e distrugge interi semenzai in pochi giorni. La prima cosa da fare per combattere i marciumi é comunque utilizzare al rinvaso un substrato di cultura nuovo cambiando nel contempo anche vasi e contenitori che una volta tolti dalle piante, prima di essere riutilizzati devono essere accuratamente lavati ed igienizzati. La seconda precauzione è quella di una corretta annaffiatura che eviti ristagni a livello del colletto. Per evitare ristagni si può contornare il colletto con materiali inerti, quali pomice, lapillo, granito, ecc... Se nonostante queste precauzioni si dovesse verificare comunque un attacco fungino, occorre utilizzare gli appositi fungicidi che si trovano in commercio nebulizzando i prodotti vanno nebulizzati sul colletto. E'opportuno fare prima dell'inverno ed a primavera, un trattamento preventivo.