Gli ibridi nelle piante succulente
Coltivazione
Un ibrido, nel mondo animale o vegetale, è un incrocio di un animale o di una pianta con razze o specie differenti finalizzata ad ottenere una nuova varietà con caratteristiche migliori o quantomeno diverse rispetto a quelle di partenza (es. fiori più grandi, fiori con sfumature e/o colore diverso, fiori più duraturi, maggiore resistenza alle malattie, ecc.).
Un ibrido è quindi una pianta ottenuta incrociando i gameti di due genitori diversi. Se i genitori appartengono alla stessa specie abbiamo un ibrido intraspecifico, se appartengono a specie diverse un ibrido interspecifico. Se si incrociano due varietà di una stessa specie si otterrò una pianta che verrà identificata con il nome cosi formato: Genere specie var. madre x var. padre. Se invece si incrocino due specie diverse, si otterrà: Genere specie madre x specie padre.
Nella descrizione della pianta ottenuta si indica quindi per primo il nome della pianta "madre" e per secondo il nome della pianta "padre". L'ibrido reciproco, ottenuto invertendo i ruoli dei genitori, è una pianta che può avere le stesse caratteristiche a livello di genoma nucleare e cioè, avere le stesse caratteristiche a livello esteriore, che tuttavia variano notevolmente all'interno della stessa "figliata", ma eredita sempre e solo dalla madre i cloroplasti e i mitocondri, che influiscono in modo talvolta evidente sulla capacità metabolica della pianta.
Introduciamo poi il concetto di cultivar. E' denominata cultivar un gruppo di piante coltivate che hanno determinate caratteristiche selezionate dall’uomo e derivanti da diverse cause (mutazione genetica, da una ibridazione, da una patrologia virale, da un innesto, da una clonazione). Il nome delle cultivar viene indicato fra virgolette singole e con l'iniziale maiuscola.
Numerose sono le specie di piante succulente che si prestano alla ibridazione. Le più interessanti sono Astrophytum, Thricocereus, Echinopsis, Epiphyllum, Haworthia, Gasteria, Aloe, Lobivia, solo per citarne alcune, che sono caratterizzate da una estrema facilità di ibridazione.
Un ibrido è quindi una pianta ottenuta incrociando i gameti di due genitori diversi. Se i genitori appartengono alla stessa specie abbiamo un ibrido intraspecifico, se appartengono a specie diverse un ibrido interspecifico. Se si incrociano due varietà di una stessa specie si otterrò una pianta che verrà identificata con il nome cosi formato: Genere specie var. madre x var. padre. Se invece si incrocino due specie diverse, si otterrà: Genere specie madre x specie padre.
Nella descrizione della pianta ottenuta si indica quindi per primo il nome della pianta "madre" e per secondo il nome della pianta "padre". L'ibrido reciproco, ottenuto invertendo i ruoli dei genitori, è una pianta che può avere le stesse caratteristiche a livello di genoma nucleare e cioè, avere le stesse caratteristiche a livello esteriore, che tuttavia variano notevolmente all'interno della stessa "figliata", ma eredita sempre e solo dalla madre i cloroplasti e i mitocondri, che influiscono in modo talvolta evidente sulla capacità metabolica della pianta.
Introduciamo poi il concetto di cultivar. E' denominata cultivar un gruppo di piante coltivate che hanno determinate caratteristiche selezionate dall’uomo e derivanti da diverse cause (mutazione genetica, da una ibridazione, da una patrologia virale, da un innesto, da una clonazione). Il nome delle cultivar viene indicato fra virgolette singole e con l'iniziale maiuscola.
Numerose sono le specie di piante succulente che si prestano alla ibridazione. Le più interessanti sono Astrophytum, Thricocereus, Echinopsis, Epiphyllum, Haworthia, Gasteria, Aloe, Lobivia, solo per citarne alcune, che sono caratterizzate da una estrema facilità di ibridazione.
Trichocereus ibrido
Astrophytum asterias ibrido
Trichocereus ed Echinopsis hanno la caratteristica di avere fiori grandi ed eleganti, mentre Lobivia presenta fiori più piccoli, ma vivacemente colorati, per cui l'intero gruppo si presta molto bene alla creazione di ibridi. Esistono moltissime varietà di Trichocereus che, grazie alle loro dimensioni medio-piccole e alla loro resistenza al freddo, si prestano molto bene per l'allestimento dei nostri giardini rocciosi. Inoltre nel momento della fioritura i fiori, che presentano un diametro anche di venti centimetri e più, presentano colori sgargianti, ma anche a delicatissime sfumature nei toni pastello.
Astrophytum invece si presta a fornirci piante dalle caratteristiche di forma strabilianti ed in questo ambito i giapponesi e gli orientali sono diventati gli indiscussi protagonisti dell'ibridazione tanto che le nuove varietà assumono nomi da tale lingua. Un esempio sono le ibridazioni di sottogenere Neoastrophytum di cui alcuni esempi sono riportati nella tabella sotto.
Nome abbreviato | nome ibrido | Genere specie var. madre | Genere specie var. padre |
ASCAP | Astrophytum asterias X A. capricorne | Astrophytum asterias | Astrophytum capricorne |
CAPAS | Astrophytum capricorne A. asterias | Astrophytum capricorne | Astrophytum asterias |
COAS | Astrophytum coahuilense X A. asterias | Astrophytum coahuilense | Astrophytum asterias |
ASCOA | Astrophytum asterias X A. coahuilense | Astrophytum asterias | Astrophytum coahuilense |